Analisi Acque Reflue
Lo “Studio Consulenze Ambientali del Dott. Murri e Dott. De Francesco”, effettua le analisi sulle acque reflue, scarichi in fogna, scarichi in superficie e scarichi al suolo come indicato nel D.Lgs. 152/06 e s.m.i.
- Il laboratorio è accreditato ACCREDIA (Ente Italiano di accreditamento) relativamente all’esecuzione di prove e al Sistema di Qualità secondo le norme UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018. (Certificato di Accreditamento n° 1898L).
- Il laboratorio è inserito nell’elenco regionale Pugliese dei laboratori che effettuano analisi nell’ambito dell’autocontrollo per le industrie alimentari. E’ attribuito il numero 77 P.
Il servizio offerto, oltre alle analisi di laboratorio, prevede il supporto dei nostri esperti per comprendere le cause di eventuali anomalie per valutare gli interventi da effettuare per riportare l’acqua nelle condizioni ottimali.
La normativa di riferimento, comunitaria e nazionale, auspica il ricorso al riutilizzo ogni qual volta ciò sia appropriato; considera il riutilizzo delle acque reflue come uno degli strumenti con cui attuare una razionale e sostenibile gestione delle risorse idriche .
RIUTILIZZO (agricolo, industriale, ricreativo), FONDAMENTALE nell’ambito della GESTIONE SOSTENIBILE delle RISORSE GESTIONE SOSTENIBILE delle RISORSE IDRICHE RAPPRESENTA una delle TAPPE principali nel percorso che conduce dal ciclo APERTO a quello CHIUSO dell’acqua
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Come da definizione riportata all’articolo 74 del D. Lgs 152/06 e s.m.i. per scarico s’intende qualsiasi immissione di acque reflue effettuata esclusivamente tramite un sistema stabile di collettamento che collega senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore (acque superficiali, suolo, sottosuolo e rete fognaria), indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione.
Le acque reflue si dividono in categorie a seconda della provenienza degli scarichi:
- acque reflue urbane: acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato (D.Lgs. 152/06, Parte Terza, Art. 74);
- acque reflue domestiche: acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche (D.Lgs. 152/06, Parte Terza, Art. 74);
- acque reflue industriali: qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici o impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diverse dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento.
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Cosa prevede la normativa
La regola fondamentale che presiede alla materia è che “tutti gli scarichi devono essere autorizzati” (art. 45, comma 1, D.Lgs. 152/1999) dall’autorità competente in quanto sono disciplinati in funzione del rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici recettori e devono comunque rispettare i valori limite previsti dall’allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/2006. I valori limite sono indicati in tabelle differenziate, contenute in detto allegato, a seconda della tipologia di scarico e del corpo recettore.
Scarichi su suolo e sottosuolo
Gli scarichi nel sottosuolo derivanti da qualsiasi attività civile o industriale sono categoricamente vietati, mentre quelli su suolo o strati superficiali del sottosuolo sono di norma vietati fatta eccezione per quelli domestici (RR 3/2006) e per quelli derivanti da attività industriali o urbane. Tale ultima eccezione è ammessa qualora risulti tecnicamente impossibile o eccessivamente oneroso, a fronte dei benefici ambientali, scaricare in acque superficiali, in relazione ai criteri stabiliti nell’Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. 152/2006 (paragrafo 2). È permesso in ogni caso lo scarico sul suolo o strati superficiali del sottosuolo degli scaricatori di piena, delle acque provenienti dalla lavorazione delle rocce native, delle acque meteoriche raccolte mediante fognatura separata, delle acque derivanti dallo sfioro dei serbatoi idrici.
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Scarichi in corpi idrici superficiali
Gli scarichi di acque reflue urbane in corpi idrici superficiali devono rispettare i limiti fissati alle tabelle 1 e 2 del D.Lgs. 152/06, riportate nell’Allegato 5 alla Parte Terza del medesimo decreto.
Gestione degli scarichi
La tutela delle acque è una tipica competenza delle Regioni attraverso gli strumenti di pianificazione previsti dal D.Lgs.152/06. Attraverso i Piani di tutela delle acque e i Piani di gestione del bacino idrografico, le Regioni individuano i principali apporti inquinanti e il loro effetto sulla qualità dai corpi idrici.